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Il gesto della Dama nel sesto arazzo, con il quale si spoglia della collana che portava in tutte le scene precedenti, sembra esprimere una rinuncia analoga, motivata dalla Caritas cristiana. L’ultima scena della Dame à la licorne sarebbe dunque un’allegoria del cuore, sesto senso, sede delle passioni e del desiderio ma, anche dell’anima, della virtù, del libero arbitrio.
Questo sesto senso spingerebbe dunque la Damaa deporre la sua collana e a rinunciare
così alle illusioni generate dai cinque sensi.
Ma questa interpretazione edificante non sembra univoca: basta affiancare al motto del sesto arazzo la canzone già citata di Charles d’Orleans (« De leal cueur, content de joye,
Ma maistresse, mon seui desir, Plus qu'oncques vous vueil servir, En quelque pl ace que je soye.
Tout prest en ce que je pourroye, Pour vostre vouloir adcomplir, De leal cueur, content de joye, Ma maistresse, mon seui desir» )e riconoscere nella lettera che segue il motto nella sesta tappezzeria una “Y”, per vedervi, con Charles Sterling,, il simbolo pitagorico del bivium, l’incrocio della vita in cui, in gioventù, bisogna scegliere tra il cammino della temperanza e quello
IL GOUSTO
H. 3,70, L. 4,60 m
La signora sceglie delicatamente un dolcetto nella coppa portata dalla giovane donna per nutrire il pappagallo appoggiato sulla sua mano guantata.
Di fronte a lei, una scimmia porta un frutto alla bocca, sottolineando il significato dell'immagine.
La composizione, ampia e armoniosa è organizzata attorno alla piramide formata dalle due donne; dietro,il recinto coperto di rose scava lo spazio e isola
la scena. I gesti calmi delle giovani donne si oppongono al movimento vivace del leone e dell'unicorno, vestiti di cappe che sembrano fluttuare nel vento.
Nello sfondo sono disseminati animali tra i quali un giovane unicorno, il cui corno non è ancora comparso.