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Questo dualismo sembra, d’altronde, percorrere l’insieme degli arazzi di Cluny. Benchè il leone e l’unicorno abbiano soprattutto un ruolo di supporto araldico, l’intimità dei legami tra la dama e l’animale favoloso privilegia l’unicorno in quanto allegoria ambivalente, allo stesso tempo sessuale e spirituale. Questo privilegio ci conforta nell’idea secondo la quale si tratterebbe qui, allo stesso tempo, di una apologia della bellezza e del desiderio e di una presa di distanza rispetto ai piaceri dei sensi. Ambiguità tipica dell’autunno del medioevo che qui assurge al massimo splendore … Se questa interpretazione è corretta la Dame à la licorne sarebbe una sottile illustrazione di una tendenza contraddittoria: da un lato, l'impregnazione della pastorale cristiana tra le élites urbane della fine del XV secolo e la diffusione di una cultura clericale tra i grandi servitori laici della monarchia a cui appartengono i Le Viste; dall’altro,affermando i limiti della loro adesione a questa cultura e il miglioramento di un'estetica secolare,che offusca le tracce trasformando in profondità la presentazione dello schema edificante dei sei sensi dai quali è ispirato.
IL TATTO
H. 3,70, L. 3,50 m
La signora, in piedi, tiene saldamente lo stendardo con la mano destra e accarezza il corno dell'unicorno con la sinistra.
Questo arazzo presenta diverse caratteristiche che non compaiono su nessun altro.
L'unicorno è più piccolo e il leone stupisce per i suoi grandi occhi sporgenti e le orecchie a punta. Tra gli animali di fondo ci sono due scimmie, una delle quali è incatenata a una pergamena, tre animali selvatici, un lupo,una pantera e un ghepardo, tutti e tre con un collier.
La Dama, con i capelli sciolti trattenuti da un diadema, è vestita con un abito di velluto blu foderato di ermellino, valorizzato da vari ori .